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      Per la qual cosa io mi messi in ordine, e dissi ancora a Pagolo che lui dovessi venire a spasso a rallegrarsi, parendomi d'avere alquanto quietato un poco quella ditta fastidiosa lite. Questo giovane mi rispose dicendomi: - Veramente che sarebbe grande errore a lasciare la casa cosí sola: vedete quant'oro, argenti e gioie voi ci avete. Essendo a questo modo in città di ladri, bisogna guardarsi di dí come di notte: io mi attenderò a dire certe mie orazioni, in mentre che io guarderò la casa; andate con l'animo posato a darvi piacere e buon tempo: un'altra volta farà un altro questo uflizio -. Parendomi di andare con l'animo riposato, insieme con Pagolo, Ascanio e il Chioccia al ditto giardino andammo a godere, e quella giornata gran pezzo d'essa passammo lietamente. Cominciatosi a 'pressare piú inverso la sera, sopra il mezzo giorno mi toccò l'umore, e cominciai a pensare a quelle parole che con finta semplicità m'aveva detto quello isciagurato; montai in sul mio cavallo e con dua mia servitori tornai al mio castello; dove io trovai Pagolo e quella Caterinaccia quasi in sul peccato; perché giunto che io fui, la franciosa ruffiana madre con gran voce disse: - Pagolo, Caterina, gli è qui il padrone -. Veduto venire l'uno e l'altro ispaventati e sopragiunti a me tutti scompigliati, non sapendo né quello che lor si dicevano, né, come istupidi, dove loro andavano, evidentemente si cognobbe il commesso lor peccato. Per la qual cosa sopra fatta la ragione dall'ira, messi mano alla spada, resolutomi per ammazzargli tutt'a dua.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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