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      Uno si fuggí, l'altra si gittò in terra ginocchioni, e gridava tutte le misericordie del cielo. Io, che arei prima voluto dare al mastio, non lo potendo cosí giugnere al primo, quando da poi l'ebbi raggiunto intanto m'ero consigliato: il mio meglio si era di cacciargli via tutt'a dua; perché con tante altre cose fattesi vicine a questa, io con difficultà arei campato la vita. Però dissi a Pagolo: - Se gli occhi mia avessino veduto quello che tu, ribaldo, mi fai credere, io ti passerei dieci volte la trippa con questa spada: or lievamiti dinanzi, che se tu dicesti mai il Pater nostro, sappi che gli è quel di san Giuliano -. Di poi cacciai via la madre e la figliuola a colpi di pinte, calci e pugna. Pensorno vendicarsi di questa ingiuria, e conferito con uno avvocato normando, insegnò loro che lei dicessi che io avessi usato seco al modo italiano; qual modo s'intendeva contro natura, cioè in soddomia; dicendo: - Per lo manco, come questo italiano sente questa tal cosa, e saputo quanto e' l'è di gran pericolo, subito vi donerà parecchi centinaia di ducati, acciò che voi non ne parliate, considerando la gran penitenzia che si fa in Francia di questo tal peccato -. Cosí rimasino d'accordo: mi posono l'accusa, e io fui richiesto.
     
      XXX. Quanto piú cercavo di riposo, tanto piú mi si mostrava le tribulazione. Offeso dalla fortuna ogni dí in diversi modi, cominciai a pensare qual cosa delle dua io dovevo fare; o andarmi con Dio e lasciare la Francia nella sua malora; o sí veramente combattere anche questa pugna e vedere a che fine m'aveva creato Idio.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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