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      A questo il Re disse che molto era contento, se San Polo gli voleva dire il modo che voleva tenere perché io non mi partissi. Madama, che era alla presenza, stava molto ingrognata, e San Polo stava in su l'onorevole, non volendo dire al Re il modo che lui voleva tenere. Dimandatolo di nuovo il Re, e lui, per piacere a Madama di Tampes, disse: - Io lo impiccherei per la gola, questo vostro Benvenuto; e a questo modo voi non lo perderesti del vostro regno -. Subito Madama di Tampes levò una gran risa, dicendo che io lo meritavo bene. A questo il Re per conpagnia si messe a ridere, e disse che era molto contento che San Polo m'impiccassi, se prima lui trovava un altro par mio; ché, con tutto che io non l'avessi mai meritata, gliene dava piena licenzia. Innel modo ditto fu finita questa giornata, e io restai sano e salvo; che Dio ne sia laudato e ringraziato.
     
      XLVIII. Aveva in questo tempo il Re quietata la guerra con lo Imperadore, ma non con gli Inghilesi, di modo che questi diavoli ci tenevano in molta tribulazione. Avendo il capo ad altro il Re che ai piaceri, aveva commesso a Piero Strozzi che conducessi certe galee in quei mari d'Inghilterra; qual fu cosa grandissima e difficile a condurvele, pure a quel mirabil soldato, unico ne' tempi sua in tal professione, e altanto unico disavventurato. Era passato parecchi mesi che io non avevo aùto danari né ordine nessuno di lavorare; di modo che io avevo mandato via tutti i mia lavoranti, da quei dua in fuora italiani, ai quali io feci lor fare dua vasotti di mio argento, perché loro non sapevan lavorare in sul bronzo.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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