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      Pure alcune volte con Idio mi confortavo, dicendo: - Signore Idio, tu che sai la verità, cognosci che questa mia gita è solo per portare una elimosina a sei povere meschine verginelle e alla madre loro, mia sorella carnale; che se bene quelle hanno il lor padre, gli è tanto vecchio e l'arte sua non guadagna nulla; che quelle facilmente potrieno andare per la mala via; dove faccendo io questo opera pia, spero da Tua Maestà aiuto e consiglio -. Questo si era quanta recreazione io mi pigliavo camminando innanzi. Trovandoci un giorno presso a Lione a una giornata, era vicino alle ventidua ore, cominciò il cielo a fare certi tuoni secchi, e l'aria era bianchissima: io ero innanzi una balestrata dalli mia compagni; doppo i tuoni faceva il cielo un romore tanto grande e tanto paventoso, che io da per me giudicavo che fussi il dí del Giudizio; e fermatomi alquanto, cominciò a cadere una gragnuola senza gocciola d'acqua. Questa era grossa piú che pallottole di cerbottana, e, dandomi addosso, mi faceva gran male: a poco a poco questa cominciò a ringrossare di modo che l'era come pallottole d'una balestra. Veduto che 'l mio cavallo forte ispaventava, lo volsi addietro con grandissima furia a corso, tanto che io ritrovai li mia compagni, li quali per la medesima paura s'erano fermi drento in una pineta. La gragnuola ringrossava come grossi limoni: io cantavo un Miserere; e in mentre che cosí dicevo divotamente a Dio, venne un di quei grani tanto grosso che gli scavezzò un ramo grossissimo di quel pino, dove mi pareva esser salvo.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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