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      Fu riferito al Re come io m'ero messo a lavorare per il duca di Firenze; e perché questo uomo era il miglior del mondo, molte volte disse: - Perché non torna Benvenuto? - E dimandatone particularmente quelli mia giovani, tutti a dua gli dissono che io scrivevo loro che stavo cosí bene, e che pensavano che io non avessi piú voglia di tornare a servire Sua Maestà. Trovato il Re in còllora, e sentendo queste temerarie parole, le quale non vennono mai da me, disse: - Da poi che s'è partito da noi sanza causa nessuna, io non lo dimanderò mai piú; sí che stiesi dove gli è -. Questi ladroni assassini avendo condutta la cosa a quel termine che loro desideravono, perché ogni volta che io fossi ritornato in Francia loro si ritornavano lavoranti sotto a di me come gli erano in prima, per il che, non ritornando, loro restavano liberi e in mio scambio, per questo e' facevano tutto il loro sforzo perché io non ritornassi.
     
      LVII. In mentre che io facevo murare la bottega per cominciarvi drento il Perseo, io lavoravo in una camera terrena, innella quale io facevo il Perseo di gesso, della grandezza che gli aveva da essere, con pensiero di formarlo da quel di gesso. Quando io viddi che il farlo per questa via mi riusciva un po' lungo, presi un altro espediente, perché di già era posto sú, di mattone sopra mattone, un poco di bottegaccia, fatta con tanta miseria, che troppo mi offende il ricordarmene. Cominciai la figura della Medusa, e feci una ossatura di ferro; di poi la cominciai a far di terra, e fatta che io l'ebbi di terra, io la cossi.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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