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      - Il detto Bandinello disse che gli era il vero. Il Duca mi disse: - Va all'Opera, e to'tene uno a tuo modo -. Io dissi che ei me l'aveva promesso di mandarmelo a casa. Le parole furno terribile; e io innaltro modo nollo volevo. La mattina seguente e' mi fu portato un marmo accasa; il quale io dimandai chi me lo mandava: e' dissono che e' me lo mandava 'l Bandinello, e che quello si era 'l marmo che lui mi aveva promesso.
     
      LXXII. Subito io me lo feci portare in bottega e cominciai a scarpellarlo; e in mentre che io lavoravo, io facevo il modello: e gli era tanta la voglia che io avevo di lavorare di marmo, che io non potevo aspettare di risolvermi a fare un modello con quel giudizio che si aspetta, a tale arte. E perché io lo sentivo tutto crocchiare, io mi penti' piú volte di averlo mai cominciato allavorare: pure ne cavai quel che io potetti, che è l'Appollo e Iacinto, che ancora si vede imprefetto in bottega mia. E in mentre che io lo lavoravo, il Duca veniva a casa mia, e molte volte mi disse: - Lascia stare un poco 'l bronzo e lavora un poco di marmo, che io ti vegga -. Subito io pigliavo i ferri da marmo, e lavoravo via sicuramente. Il Duca mi domandava del modello che io avevo fatto per il detto marmo; al quale io dissi: - Signore, questo marmo si è tutto rotto, ma assuo dispetto io ne caverò qualcosa; imperò io non mi sono potuto risolvere al modello, ma io andrò cosí faccendo 'l meglio che io potrò -. Con molta prestezza mi fece venire 'l Duca un pezzo di marmo greco, di Roma, acciò che io restaurassi il suo Ganimede antico, qual fu causa della ditta quistione connil Bandinello.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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