E perché ei mi si preveniva piú di dugento scudi, faccendo un cotal mercato, e la Duchessa me n'aveva accennato, io m'ero resoluto e disposto di non voler pigliare un soldo, solo per mio scampo, acciò che 'l Duca mai nonnavessi pensato che io lo facessi per avarizia. Di nuovo 'l Duca con piacevolissime parole mosse addirmi: - Io so che tu te ne intendi benissimo: imperò se tu se' quell'uomo dabbene, che io mi son sempre pensato che tu sia, or dimmi 'l vero -. Allora, arrossiti li mia occhi e alquanto divenuti umidi di lacrime, dissi: - Signor mio, se io dico 'l vero a Vostra Eccellenzia illustrissima, la Duchessa mi diventa mortalissima inimica, per la qual cosa io sarò necessitato andarmi con Dio, e l'onor del mio Perseo, il quale io ho promesso a questa nobilissima Scuola di Vostra Eccellenzia illustrissima, subito li inimici miei mi vitupereranno; sí che io mi raccomando a Vostra Eccellenzia illustrissima.
LXXXIV. Il Duca, avendo conosciuto che tutto quello che io avevo detto e' m'era stato fatto dire come per forza, disse: - Se tu hai fede in me, non ti dubitare di nulla al mondo -. Di nuovo io dissi: - Oimè, Signor mio, come potrà egli essere che la Duchessa nullo sappia? - A queste mie parole 'l Duca alzò la fede e disse: - Fa conto di averle sepolte innuna cassettina di diamanti -. A queste onorate parole, subito io dissi il vero di quanto io intendeva di quelle perle, e che le non valevano troppo piú di dumila scudi. Avendoci sentiti la Duchessa racchetare, perché parlavàno quando dir si può piano, ella venne innanzi, e disse: - Signor mio, Vostra Eccellenzia di grazia mi compri questo vezzo di perle, perché io ne ho grandissima voglia, e il vostro Benvenuto ha ditto che mai e' non n'ha veduto il piú bello -. Allora il Duca disse: - Io nollo voglio comprare.
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