E perché questo caso fu intorno alle feste del nostro San Giovanni, vigino un dí o dua, io gli feci quattro versi, e gli appiccai nel cantone della chiesa, dove si pisciava e cacava, e dicevano cosí:
Qui giace Bernardone, asin, porcaccio,
spia, ladro, sensale, in cui posePandora i maggior mali, e poi traspose
di lui quel pecoron mastro Buaccio.
Il caso e i versi andorno per il palazzo, e il Duca e la Duchessa se ne rise; e innanzi che lui se ne avvedessi, e' vi si era fermo molta quantità di populi, e facevano le maggior risa del mondo: e perché e' guardavano inverso la zecca e affissavano gli occhi a Bernardone, avvedendosene il suo figliuolo mastro Baccio, subito con gran còllora lo stracciò e si morse un dito minacciando con quella sua vociaccia, la quale gli esce per il naso: ei fece una gran bravata.
XC. Quando il Duca intese che tutta la mia opera del Perseo si poteva mostrare come finita, un giorno la venne a vedere e mostrò per molti segni evidenti che la gli sattisfaceva grandemente; e voltosi a certi Signori, che erano con Sua Eccellenzia illustrissima disse: - Con tutto che questa opera ci paia molto bella, ell'ha anche a piacere ai popoli; sí che, Benvenuto mio, innanzi che tu gli dia la ultima sua fine io vorrei che per amor mio tu aprissi un poco questa parte dinanzi, per un mezzo giorno, alla mia Piazza, per vedere quel che ne dice 'l popolo; perché e' non è dubbio che da vederla a questo modo ristretta al vederla a campo aperto, la mosterrà un diverso modo da quello che la si mostra cosí ristretta -. A queste parole io dissi umilmente a Sua Eccellenzia illustrissimo: - Sappiate, Signor mio, che la mosterrà meglio la metà. O come non si ricorda Vostra Eccellenzia illustrissima d'averla veduta nell'orto della casa mia, innel quale la si mostrava in tanta gran largura tanto bene, che per l'orto delli Innocenti l'è venuta a vedere 'l Bandinello, e con tutta la sua mala e pessima natura, la l'ha sforzato ed ei n'ha detto bene, che mai non disse ben di persona a' sua dí? Io mi avveggo che Vostra Eccellenzia illustrissima gli crede troppo -. A queste mie parole, sogghignando un poco isdegnosetto, pur con molte piacevol parole disse: - Fallo, Benvenuto mio, solo per un poco di mia sattisfazione -. E partitosi, io cominciai a dare ordine di scoprire; e perché e' mancava certo poco di oro, e certe vernice e altre cotai coselline, che si appartengono alla fine dell'opera, sdegnosamente borbottavo e mi dolevo, bestemmiando quel maladetto giorno che fu causa accondurmi a Firenze; perché di già io vedevo la grandissima e certa perdita che io avevo fatta alla mia partita di Francia, e non vedevo né conoscevo ancora che modo io dovevo sperare di bene con questo mio Signore in Firenze; perché dal prencipio al mezzo, alla fine, sempre tutto quello che io avevo fatto, si era fatto con molto mio dannoso disavvantaggio; e cosí malcontento il giorno seguente io la scopersi.
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