Io presi il disegno e subito mi parti' dal Bagno, e quanto piú presto io potetti, tornandomene per la via di Prato Magno e da San Francesco della Vernia, mi ritornai a Firenze: e senza fermarmi, sol trattomi gli stivali, andai a Palazzo. E quando io fui dalla Badia, io mi scontrai nel mio Duca, che se ne veniva per la via del Palagio del Podestà: il quale, subito ch'e' mi vide, ei mi fece una gratissima accoglienza insieme con un poco di maraviglia, dicendomi: - O perché sei tu tornato cosí presto? che io non t'aspettavo ancora di questi otto giorni -. Al quale io dissi: - Per servizio di Vostra Eccellenzia illustrissima son tornato, ché volentieri io mi sarei stato parecchi giorni a spasso per quel bellissimo paese. - E che buone faccende? - disse 'l Duca. Al quale io dissi: - Signore, gli è di necessità che io vi dica e mostri cose di grande importanza -. Cosí me n'andai seco a Palazzo. Giunti a Palazzo e' mi menò in camera segretamente dove noi eravamo soli. Allora io gli dissi il tutto, e gli mostrai quel poco del disegno; il quale mostrò di averlo gratissimo. E dicendo a Sua Eccellenzia che gli era di necessità il rimediare a una cotal cosa presto, il Duca stette cosí un poco sopra di sé, e poi mi disse: - Sappi, che no' siamo d'accordo con el Duca d'Urbino, il quale n'ha da 'aver cura lui; ma stia in te -. E con molta gran dimostrazione di sua buona grazia, io mi ritornai a casa mia.
XCV. L'altro giorno io mi feci vedere e il Duca, dipoi un poco di ragionamento, lietamente mi disse: - Domani senza fallo voglio spedire la tua faccenda; sí che sta di buona voglia -. Io, che me lo tenevo per certissimo, con gran disiderio aspettavo l'altro giorno.
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