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      La prima si era, che quel ordine di coro era tutto scorretto, ed era fatto senza nissuna ragione, né vi si vedeva né arte, né comodità, né grazia, né disegno; l'altra si era che le ditte storie andavano tanto poste basse, che le venivano troppo inferiore alla vista, e che le sarebbono un pisciatoi' da cani, e continue starebbono piene d'ogni bruttura; e che per le ditte cagioni io in modo nessuno nolle volevo fare. Solo per non gittar via il resto dei mia migliori anni e non servire Sua Eccellenzia illustrissima, al quale io desideravo tanto di piacere e servire; imperò, se Sua Eccellenzia si voleva servir delle fatiche mie, quella mi lasciassi fare la porta di mezzo di Santa Maria del Fiore, la quale sarebbe opera che sarebbe veduta, e sarebbe molto piú gloria di Sua Eccellenzia illustrissima; e io mi ubbrigherei per contratto che, se io nolla facessi meglio di quella, che è piú bella, delle porte di San Giovanni, non volevo nulla delle mie fatiche; ma se io la conducevo sicondo la mia promessa, io mi contentavo che la si facessi stimare, e dappoi mi dessino mille scudi di manco di quello che dagli uomini dell'arte la fussi stimata. A questi Operai molto piacque questo che io avevo lor proposto, e andorno a parlarne al Duca, che fu, in fra gli altri, Piero Salviati, pensando di dire al Duca cosa che gli fussi gratissima; e la gli fu tutto 'l contrario; e disse che io volevo sempre fare tutto 'l contrario di quello che gli piaceva che io facessi: e sanza altra conclusione il detto Piero si partí dal Duca.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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