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      Lavorare in muro, bisogna bagnare, smaltare, fregiare, pulire, disegnare, colorire in fresco, trarre a fine in secco, temperare, adornare, finire in muro. E questa si è la regola dei gradi predetti, sopra i quali, io con quel poco sapere ch’io ho imparato, dichiarerò di parte in parte.
      CAPITOLO V.
      A che modo cominci a disegnare in tavoletta, e l’ordine suo.
      Sì come detto è, dal disegno t’incominci. Ti conviene avere l’ordine di poter incominciare a disegnare il più veritevile. Prima, abbi una tavoletta di bosso, di grandezza, per ogni faccia, un sommesso; ben pulita e netta, cioè lavata con acqua chiara; fregata e pulita di seppia, di quella che gli orefici adoperano per improntare. E quando la detta tavoletta è asciutta bene, togli tanto osso ben tritato per due ore, che stia bene; e quanto più sottile, tanto meglio. Poi raccoglilo, tiello, e conservalo involto in una carta asciutta: e quando tu n’hai bisogno per ingessare la detta tavoletta, togli meno di mezza fava di questo osso, o meno; e colla sciliva rimena questo osso, e va’ distendendo con le dita per tutta questa tavoletta; e innanzi che asciughi, tieni la detta tavoletta dalla man manca, e col polpastrello della man ritta batti sopra la detta tavoletta tanto, quanto vedi ch’ella sia bene asciutta. E viene inossata igualmente così in un loco come in un altro.
      CAPITOLO VI.
      Come in più maniere di tavole si disegna.
      A quel medesimo è buona la tavoletta del figàro ben vecchio: ancora certe tavolette le quali s’usano per mercatanti; che sono di carta pecorina ingessata, e messe di biacca a olio; seguitando lo inossare con quello ordine che detto ho.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275