Abbia a mente di menare il pennello sempre di piatto. Quando se’ venuto a perfezione di questo aombrare, togli una gocciola o due d’inchiostro, e metti sopra la detta acquerella, e col detto pennello rimescola bene. E poi al detto modo va’ cercando col detto pennello pur nella profondità delle dette pieghe; cercando bene i lor fondamenti; avendo sempre la ricordanza in te del tuo aombrare, cioè in tre parti dividere: l’una parte, ombra; l’altra, tinta del campo che hai; l’altra, biancheggiata. Quando hai fatto così, togli uno poco di biacca ben triata con gomma arabica (chè più innanzi ti tratterò come la detta gomma si de’ dislinguare e struggerla, e tratterò di tutte le tempere). Ogni poca biacca basta. Abbi in uno vasellino acqua chiara, e intignivi dentro il pennello tuo detto di sopra, e fregalo su per questa biacca macinata del vasellino, massimamente s’ella fusse risecca. Poi te l’acconcia in su la mano [o] in sul dosso del dito grosso; racconciando, e premendo il detto pennello, e discarcandolo, quasi asciugandolo. E incomincia, di piatto, il detto pennello a fregare sopra e in quelli luoghi dove dee essere il bianchetto e rilievo; e séguita più volte andando col tuo pennello, e guidalo con sentimento. Poi, in sulle stremità de’ rilievi, nella maggiore altezza, togli un pennello con punta; e va’ colla biacca toccando colla punta del detto pennello, e va’ raffermando la sommità de’ detti bianchetti. Poi va’ raffermando, con un pennello piccolo, con inchiostro puro, tratteggiando le pieghe, i dintorni, nasi, occhi e spelature di capelli e di barbe.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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Abbi
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