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      CAPITOLO XXXII.
      Come tu puoi biancheggiare di acquarelle di biacca, sì come aombri di acquarelle d’inchiostro.
      Ancora io t’avviso, quando tu sarai più pratico, a voler perfettamente biancheggiare con acquerelle, sì come fai l’acquerella d’inchiostro. Togli la biacca macinata con acqua, e temperala con rossume d’uovo, e sfumma sì a modo d’acquerelle d’inchiostro. Ma è a te più malagevole, e vuolsi più pratica. Tutto questo si chiama disegnare in carta tinta, ed è via a menarti all’arte del colorire. Seguitalo sempre quanto puoi, ch’è il tutto del tuo imparare. Attendivi bene, sollecitamente e con gran diletto e piacere.
      CAPITOLO XXXIII.
      In che modo si fanno i carboni da disegnare, buoni e perfetti e sottili.
      Prima che più oltre vada, ti voglio mostrare in che forma de’ fare i carboni da disegnare. Abbi qualche bastone di saligàro, secco e gentile; e fanne cotali rocchietti di lunghezza come una palma di mano, o, se vuoi, quattro dita. Poi dividi questi pezzi in forma di zolfanelli; e sì come mazzo di zolfanelli gli asuna insieme; ma prima gli pulisce e aguzza da ogni capo, sì come stanno i fusi. Poi, così a mazzi, li lega insieme in tre luoghi per mazzo, cioè nel mezzo e a ciascheduno de’ capi, con filo o di rame o di ferro, sottile. Poi abbi una pignatta nuova, e mettivili dentro tanto, quanto la pignatta sie piena. Poi abbi un testo da coprirla con crea, in modo che per nessun modo non ne sfiati di niente. Poi vattene dal fornaro la sera, quando ha lasciato ovra (cioè quando ha finito di cuocere il pane), e metti questa pignatta nel forno, e lasciavela stare per fino alla mattina; e guarda se i detti carboni fussino ben cotti e ben negri.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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