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      La seconda tempera si è propio rossume d’uovo; e sappi che questa tempera è universale, in muro, in tavole, in ferro; e non ne puoi dare troppo, ma sia savio di pigliare una via di mezzo. Prima vadi più innanzi, di questa tempera ti voglio fare un vestire in secco sì come ti feci in fresco di cinabrese. Ora tel vo’ fare di azzurro oltramarino. Togli tre vaselli al modo usato: nel primo metti le due parti azzurro e ’l terzo biacca: il terzo vasello, le due parti biacca, e ’l terzo azzurro: e rimescola e tempera secondo che detto t’ho. Poi togli il vasello vuoto, cioè il secondo: togli tanto dell’uno vasello quanto dell’altro, e fa’ una conmestizione insieme ben rimenata con pennello di setole, o vuoi di vaio, mozzo e sodo; e col primo colore, cioè col più scuro, va’ per le stremità ritrovando le pieghe più scure. Togli poi il mezzan colore, e va’ campeggiando di quelle pieghe scure, e ritrova le pieghe chiare di rilievo della figura. Poi togli il terzo colore, e va’ campeggiando, e facendo delle pieghe, che vengono sopra il rilievo; e va’ commettendo bene l’un colore con l’altro, sfummando e campeggiando, a modo che t’insegnai in fresco. Poi togli ’l colore più chiaro, e mettivi dentro della biacca con tempera, e va’ ritrovando le sommità delle pieghe del rilievo. Poi togli un poco di biacca pura, e va’ su per certi gran rilievi, come richiede il nudo della figura. Poi va’ con azzurro oltramarino, puro, ritrovando la fine delle più scure pieghe e dintorni; e per questo modo leccando il vestire, secondo i luoghi e suo’ colori, sanza mettere o imbrattare l’un colore coll’altro, se non con dolcezza.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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