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      CAPITOLO CV.
      A che modo si fa la colla di pasta, o ver sugolo.
      Incominciando a lavorare in tavola col nome della Santissima Trinità, invocando sempre suo nome e della gloriosa vergine Maria, fare ci conviene il fondamento: cioè, e’ sono chiamate di più ragioni colle. L’è una colla che si fa di pasta cotta, la quale è buona da cartolari e maestri che fanno libri, ed è buona ad incollare carte l’una coll’altra, e ancora attaccare stagno con carta. Alcuna volta ci è di bisogno per incollare carte per fare i strafori. Questa colla si fa per questo modo. Abbi un pignattello presso a pien d’acqua chiara, fa’ che si scaldi bene. Quando vuol bollire, abbi della farina ben tamigiata; mettine a poco a poco in su ’l pignattello, di continovo rimenando con uno stecco o cuslieri. Lasciala bollire, e fare che non sia troppo soda. Tra’la fuori, mettila in una scodella; se vuoi che non puzzi, mettivi del sale: e così l’adopera quando tu n’hai per bisogno.
      CAPITOLO CVI.
      Come dèi fare la colla da incollare priete.
      È una colla ch’è buona a incollare priete: e questa si fa di mastrice, di cera nuova, di pietra pesta, tamigiata, e poi al fuoco distemperate bene insieme. Abbi la tua prieta, spazzala, scaldala bene, mettivi di questa colla. Durerà sempre al vento e all’acqua, se ne incollassi ruote da agugiare, o ver da arrotare, o mole da macinare.
      CAPITOLO CVII.
      Come si fa la colla da incollare vasi di vetro.
      È una colla la quale è buona da incollare vetri, o orciuoli, o altri belli vasi da Domasco o da Maiolica, che fussero spezzati.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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