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      Fa’ fare certi ferretti, che si chiamano raffietti, come vedrai a’ dipintori, di più ragioni fatti. Va’ ritrovando ben le cornici e fogliami, che non rimangano pieni, se no gualivi; e fa’ che generalmente ogni difetto di piani e di mancamenti o di cornici si medichino di questo ingessare.
      CAPITOLO CXVI.
      Come si fa il gesso sottile da ingessare tavole.
      Ora si vuole che tu abbi d’un gesso il quale si chiama gesso sottile; il quale è di questo medesimo gesso, ma è purgato per bene un mese, e tenuto in molle in un mastello. Rinnuova ogni dì l’acqua, chè squasi si inarsisce, ed escene fuori ogni focor di fuoco, e viene morbido come seta. Poi si butta via l’acqua, fassene come pane, lasciasi asciugare; e di questo gesso si vende poi dalli speziali a noi dipintori. E di questo gesso si adopera a ingessare, per mettere d’oro, per rilevare, e fare di belle cose.
      CAPITOLO CXVII.
      Come s’ingessa un’ancona di gesso sottile, e a che modo si tempera.
      Come tu hai ingessato di gesso grosso, e raso bene pulito, e spianato bene e dilicatamente, togli di questo gesso sottile; a pane a pane mettilo in una catinella d’acqua chiara; lascialo bere quant’acqua e’ vuole. Poi ’l metti a poco a poco in su la prieta proferitica, e senza mettervi altr’acqua dentro, perfettissimamente il macina nettamente. Poi ’l metti in su un pezzo di pannolino, forte e bianco; e così fa’ tanto, che n’abbi tratto un pane. Poi il rinchiudi in questo panno, e strucalo bene, che l’acqua n’esca fuori quanto più si può. Quando n’hai macinato quanto ti fa per bisogno (che ti conviene avvisarti, per non avere a fare di due ragioni gessi temperati, che non ti gitterebbe buona ragione), abbi di quella medesima colla, di che hai temperato il gesso grosso: tanta se ne vuole fare per volta, che temperi il gesso sottile e grosso.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275