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      E questo, perchè il piano non si può radere troppo perfettamente, e perchè il ferro è piano con che radi il gesso, dove lievi, riman bianco come latte. Allora ti avvedi dov’è più di bisogno el radere.
      CAPITOLO CXXI.
      Sì come si dee radere il gesso sottile su per li piani, e a che è buona la detta raditura.
      Abbi prima un raffietto piano e largo un dito, e gentilmente va’ intorno intorno al piano radente la cornice una fia’. Poi va’ colla tua mella arrotata, piana quanto puoi al mondo; e con leggier mano, non tenendo la detta punta con nessuna strettezza di mano, la va’ fregando su per lo piano della tua ancona, spazzandoti dinanzi ’l gesso con le dette penne. E sappi che questa cotale spazzatura è fine a trarre l’olio delle carte de’ libri. E, per lo simile, con i tuo’ ferretti va’ radendo cornici e fogliami, e va’ pulendo sì come fusse uno avorio. E alcuna volta (per fretta e per molti lavori ch’abbi) puoi pulire le cornici e fogliami pur con una pezza lina, bagnata e strucata, fregandola bene su per le dette cornici e fogliami.
      CAPITOLO CXXII.
      Come principalmente si disegna in tavola con carbone, e rafferma con inchiostro.
      Essendo ben raso il gesso, e tornato a modo d’avorio; la prima cosa che dèi fare, si vuole disegnare la tua ancona, o ver tavola, con quelli carboni di salice, che per addietro t’insegnai a farli. Ma vuolsi legare il carbone a una cannuccia o ver bacchetta, acciò che stia di lungi dalla figura; chè molto ti giova in nel comporre. E abbi una penna appresso; chè quando alcun tratto non ti venisse ben fatto, che coi peli della detta penna possi torlo via e ridisegnarlo.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275