E per questo modo cominci a saper fare i drappi d’oro. Se vuoi fare drappi d’ariento, quella medesima ragione e condizione si vuole avere a mettere d’ariento che mettere d’oro. Anche ti dico, se vuoli insegnare ai putti o ver fanciulli a mettere d’oro, fa’ lor mettere d’ariento, acciò che ne piglino qualche pratica; perchè è men danno.
CAPITOLO CXLIII.
In qual modo si fa un ricco drappo d’oro o d’argento o di azzurro oltramarino; e come si fa di stagno dorato in muro.
Ancora, volendo fare un ricco drappo d’oro, si è da rilevare con foglie o con pietre legate di più colori quel vestire che vuoi fare; mettere poi a distesa d’oro fine; e poi granare, quando è brunito.
Ad idem. Mettere tutto il campo d’oro, brunirlo, disegnarvi su il drappo che vuoi fare, o cacciagioni, o altri lavorii. Poi granare il campo o granare lacci, cioè i lavorii disegnati.
Ad idem. Mettere il campo d’oro, disegnarvi il lavoro che vuoi, campeggiare ne’ campi d’un verderame ad olio; due volte aombrando alcuna piega; poi universalmente a distesa darne sopra i campi e sopra i lavorii gualivamente.
Ad idem. Mettere il campo d’oro, brunirlo, e granarlo a rilievo.
Ad idem. Mettere il vestire d’argento; disegnare il tuo drappo quando hai brunito (chè così s’intende sempre), campeggiare il campo, o vero lacci, di cinabro temperato pur con rossume d’uovo; poi di una lacca fine ad olio ne da’ una volta o due sopra ogni lavorío, sì come laccio in campo.
Ad idem. Se vuoi fare un bel drappo d’azzurro oltremarino, metti il tuo vestire d’ariento brunito: disegna il tuo drappo; metti, o vuoi i campi o vuoi i lacci, in questo azzurro temperato con colla.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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