Poi a distesa gualivamente ne da’ sopra i campi, e sopra i lacci: ed è un drappo avvellutato.
Ad idem. Campeggia i vestiri, la figura, di quel colore che vuoi aombrarla. Togli poi un pennello di vaio sottile, ed i mordenti. Spolverato che hai, secondo dove vuoi fare i drappi e lacci, lavora di mordenti, come innanzi te ne tratterò. E questi mordenti puoi mettere ad oro od ariento; e rimangono belli drappi, spazzandoli e brunendoli con bambagia.
Ad idem. Avendo lavorato di qual colore tu vuoi, sì come ho detto qui di sopra, e volendolo fare cangiante, va’ lavorando sopra l’oro di che colore ad olio tu vuoi, pur che svarii dal campo.
Ad idem, in muro. Metti il vestire di stagno dorato; campeggialo del campo che vuoi; spolvera, lavora, e gratta il drappo con lo stile del legno, temperati i colori sempre con rossume d’uovo. E sarà assai bel drappo, secondo muro. Ma di mordenti puo’ tu lavorare così in muro, come in tavola.
CAPITOLO CXLIV.
In qual modo si contraffà in muro il velluto, o panno di lana, e così la seta, in muro e in tavola.
Se vuoi contraffare un velluto, fa’ il vestire, temperato con rossume, di quel colore che vuoi. Poi con pennello di vaio va’ facendo i peluzzi, come istà il velluto, di color temperato ad olio; e fa’ i pelucci grossetti. E per questo modo puo’ fare velluti negri, rossi, e di ciascun colore, temperando nel detto modo. Egli è alcuna volta buono a fare parere in muro un riverscio, o un vestire che paia propio panno di lana. E per tanto, quando hai smaltato, pulito e colorito, riserbati, quello che vuoi fare, di dietro.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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