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      51 L’una, che ti conviene sempre lavorare vestiri e casamenti, prima che visi. La seconda cosa si è, che ti conviene temperare i tuoi colori sempre con rossume d’uovo, e ben temperati: sempre tanto rossume quanto il colore che temperi. La terza si è, che i colori vogliono essere più fini, e ben triati sì come acqua. E, per tuo gran piacere, sempre incomincia a lavorare vestiri di lacca, con quel modo che in fresco ti ho mostrato; cioè lascia il primo grado del suo colore, e togli le due parti colore di lacca, il terzo di biacca. E da questo, temperato che gli è, ne digrada tre gradi, che poco svarii l’uno dall’altro: temperati bene, come t’ho detto, e dichiarati sempre con biacca ben triata. Poi ti reca la tua ancona innanzi: e sempre fa’ che con lenzuolo la tegni coverta, per amor dell’oro e de’ gessi, chè non si danneggino dalla polvere; e che i lavorii t’eschino bene netti tra le mani. Poi piglia un pennello mozzetto di vaio, e incomincia a dare il colore scuro, ritrovando le pieghe in quella parte dove dee essere lo scuro della figura. E all’usato modo piglia il colore di mezzo: e campeggia i dossi e i rilievi delle pieghe scure, e comincia col detto colore a ritrovare le pieghe del rilievo, e inverso il lume della figura. Poi piglia il colore chiaro, e campeggia i rilievi e i dossi del lume della figura. E per questo modo ritorna da capo alle prime pieghe scure della figura col colore scuro. E così, come hai incominciato, va’ più e più volte coi detti colori, mo dell’uno e mo dell’altro, ricampeggiandoli, e ricommettendoli insieme con bella ragione, sfumati con delicatezza.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275