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      E di questo hai tempo a poterti levare del lavorío, e per qualche spazio riposarti e ritornarti in su ’l detto lavorío che abbi in tavola: vuol essere lavorato con gran piacere. Quando hai finito di campeggiare bene, e di commettere i detti tre colori; del più chiaro fa’ un altro più chiaro, lavando sempre il pennello dall’un colore all’altro; e di questo più chiaro fanne un altro più chiaro, e fa’ che poco svarii dall’uno all’altro. Poi tocca di biacca pura, temperata come detto è; e toccane sopra i maggiori rilievi. E così di mano in mano fa’ degli scuri, per fin che tocchi ne’ maggiori scuri di lacca pura. E abbi a mente, come hai fatto i tuoi colori fatti di grado in grado, così gli metti in tuo’ vasellini di grado in grado, acciò che non erri del pigliarne uno per un altro. E, per lo simile, d’ogni colore che vuoi colorire, tienne questo modo, o vuoi rossi, o bianchi, o gialli, o verdi. Ma se volessi fare un bel colore biffo, togli lacca ben fina e azzurro oltramarino ben fine e sottile; e di questo mescuglio con la biacca fa’ i tuo’ colori, di grado in grado, sempre temperandoli. Se vuoi fare un vestire con azzurro, biancheggiato, per questo modo il dichiara con la biacca; e lavoralo per lo soprascritto modo.
      CAPITOLO CXLVI.
      Come dèi fare vestiri di azzurro, d’oro, o di porpora.
      Se vuoi fare un azzurro, cioè un vestire, nè tutto biancheggiato, nè tutto campeggiato, togli di tre o di quattro partite di azzurro oltremarino: chè ne troverrai di più ragioni, più chiaro l’un che l’altro.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275