Di questo così fatto oro macinato, o ariento, o oro di metà, tu ne puoi ancor cardare vestiri a modo antico, e farne certi adornamenti, i quali per li altri non molto s’usano, e fánnoti onore. Ma ciò che ti mostro, convien che per te medesimo adoperi sentimento in saperli ben guidare.
CAPITOLO CLXI.53
Dei colori che si adoperano in lavorare in carta.
Egli è verità, che di tutti i colori che adoperi in tavola, puoi adoperare in carta; ma voglionsi macinare sottilissimamente. Bene è vero che so’ certi colori che non hanno corpo, i quali si chiamano pezzuola, e quali si fa d’ogni colore: e non bisogna se non tôrre un poco di questa pezzuola di qual colore la si sia tinta o colorita, metterla in un vasellino invetriato, o in una coppa; mettervi della gomma; ed è buono a lavorare. Ancora si fa d’un colore di verzino bollito con ranno e allume di rôcca; e poi, quando è freddo, si macina con calcina viva, e fa una rosetta assai bella, e viene ad avere un poco di corpo.
CAPITOLO CLXII.
Del modo di lavorare in tela o in zendado.
Ora parliamo del modo di lavorare in tela, cioè in pannolino, o in zendado. E terrai questo modo in tela: che prima ti conviene mettere il telaio bene disteso, e chiavare prima e diritti delle cuciture; poi d’intorno intorno andare con chiovetti, distenderla egualmente d’una perfetta ragione, che tutta perfettamente abbi ritrovato bene ciascheduno nerbo. Quando così hai fatto, togli gesso sottile e un poco d’amido, o vero un poco di zuccaro, e macina queste cose con colla di quella ragione ch’hai temperato il gesso in tavola; macinato bene sottile; ma prima con questa colla senza gesso, danne una volta per tutto; e se la colla non fusse così forte come di gesso, non monta nulla.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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