Quando hai così fatto, togli un coltellino, e con la punta ritrova l’un pezzo dello stagno, e spiccalo e lievalo su; poi ritorna col tuo gesso e colla tua stecca a l’usato modo ritrova e separa il pezzo dello stagno a modo usato. Tanto ne fa’ per questo modo, che n’abbi doviziosamente; e mettili asciugare. Come son secchi, abbi una punta di coltellino ben tagliente, e a pezzo a pezzo di questo stagno metti in su un’asse di noce ben piana, e va’ tagliando fuori tutto stagno che avanza fuor del contorno della tua figura. E per questo modo ne fa’ quella quantità che vuoi.
Quando hai i tuoi cofani in ordine ingessati e campeggiati di quel color che vuoi, abbi della colla usata e ancor più forte, e bagna bene sopra il gesso delle tue figure o divise, e di subito l’appicca e compartisci per lo campo del tuo coffano, e con pennello di vaio va’ profilando e daendo alcuno coloruzzo: poi vernica il detto campo. Quando è asciutto, abbi una chiara d’uovo battuta, e con spugna bagnata in questa chiara la va’ fregando su per lo invernicato, e poi con altri colori va’ palliando e adornando il detto campo con ciò che colore tu vuoi, che isvarii partitamente del campo. E più non mi distendo di ciò parlare, perchè se sarai bene sperto e pratico nelle cose grandi, saprai bene fare in nelle piccole; dimostrandoti qui appresso come si lavora in vetro.
CAPITOLO CLXXI.
Come si lavorano in vetro, finestre.
Per due maniere si lavora in vetro; cioè in nelle finestre, e in pezzi di vetro, i quali si mettono in anconette, o vero in adornamento d’orliquie.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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