Poi quando vuoi dipignere e lavorarci su, smalta il tuo intonaco sottile, sì come addietro il modo di lavorare in muro t’ho mostrato.
CAPITOLO CLXXVI.
Di due altri modi buoni a questo medesimo effetto.
A questo medesimo: prima togli di questa pece da navi e bene bogliente ne da’ e imbratta bene il muro. Quando hai fatto questo, togli della medesima pegola o vero pece e togli mattone ben secco e nuovo, pesto: d’ogni maniera pesta e incorporane alquanto colla predetta pegola: danne per tutto il muro, cioè quanto tiene l’umidezza, e più. Ed è molto perfetto smalto. E arriccia colla calcina, sì come di sopra t’ho mostrato e detto. Ancora a questo medesimo: avere quantità di vernice liquida bene bogliente, e darne di prima su per la faccia del muro umido, e per lo simile dare del matton pesto mescolato con la predetta vernice, è perfettissimo e buono rimedio.
CAPITOLO CLXXVII.
Del lavorare camere o logge a verdeterra in secco.
Alcuna volta si lavora in camera o sotto logge o poggiuoli: chè tutte le volte non si lavora in fresco: però ch’el trovi per altro tempo smaltato e vuoi lavorare in verde: pertanto togli verdeterra e ben macinata e temperata con colla da ingessare, non troppo forte, e danne con pennello di setole grosso per tutto il campo due o tre volte: quando hai fatto questo e che sia asciutto, disegna con carbone, a modo che fai in tavola, e ferma le tue storie con inchiostro, o vuoi con colore nero, cioè con carbone di viti trito bene e temperato con uovo e vuoi pure rossume d’uovo e l’albume insieme; e spazzato di carbone, togli una scudella o catinella grande d’acqua o vuoi metadella a modo di Toscana.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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Toscana
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