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      Uno de rimedî che il curato e il barbiere pensarono intanto di porre in opera per guarire la malattia dell'amico, fu di trasportarlo in un'altra stanza e di murare quella dei libri affinché non trovandoli più al suo svegliarsi, tolta la causa, cessassero anche gli effetti, dicendogli poi che un incantatore aveva portato seco la stanza con quanto in essa si conteneva; e tutto ciò fu eseguito con ogni sollecitudine. Dopo due giorni si levò don Chisciotte e la prima cosa fu di andare a vedere i suoi libri; ma non trovando più la stanza dove l'aveva lasciata, si mise a cercarla per ogni parte. Giunto ove soleva essere la porta, tentava il muro colle mani e volgeva e rivolgeva gli occhi da per tutto, senza mai proferire parola; finalmente dopo buona pezza domandò alla serva da qual parte si trovava la camera dove stavano i suoi libri. La serva, già ben avvertita di ciò che doveva rispondergli, gli disse: "Di quale camera mi parla, e che va cercando vossignoria? Qua non v'è più camera, non vi sono in casa più libri, il diavolo ne portò seco ogni cosa. - Non era il diavolo, no, soggiunse la nipote, ma un incantatore; il quale venne di notte tempo sopra una nuvola dopo la partenza di vossignoria, e smontando da un serpente su cui arrivò cavalcioni, entrò nella stanza, né so che cosa vi facesse, ma certo è che poco dopo uscì a volo dal tetto, lasciando la casa piena di fumo; e quando noi siamo andate per vedere ciò ch'era seguito, non abbiamo più trovato né libri, né stanza; e solo ci ricordiamo amendue che quel tristo vecchio nell'andarsene disse ad alta voce di aver fatto quel danno che poi si vedrebbe per l'inimicizia che portava al padrone di quei libri e di quella stanza, e soggiunse che si chiamava il savio Mugnatone.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Chisciotte Mugnatone