Però fattosi scudo del suo guanciale, lo attese a piè fermo, non potendo indurre la mula a verun movimento; come quella che stracca e non avvezza a burle di questa sorta, non poteva muovere un passo. Erasi, come già s'è detto, mosso don Chisciotte contro l'accorto Biscaino con la spada alzata, divisando di partirlo per mezzo; e con la stessa risoluzione il Biscaino aveva alzata egli pure la spada difeso dal guanciale. I circostanti stavano impauriti ad attendere l'esito dei colpi terribili coi quali l'un l'altro si minacciavano; e la signora del cocchio e le sue ancelle facevano mille voti e preghiere ai santi ed ai santuari tutti di Spagna affinché Dio liberasse lo scudiere e loro stesse con lui, dal pericolo in cui si trovavano tutti.
- Ma il male si è che l'autore della presente storia lasciò a questo punto sospeso il racconto, scusandosi col dire che intorno alle imprese di don Chisciotte non trovò scritto più di quello che sin qui è riportato. Vero è però che il secondo autore di quest'opera non volle credere che storia sì autorevole fosse caduta in oblìo, né si poté persuadere che vi fossero nella Mancia ingegni tanto da poco da non conservare negli archivi loro qualche foglio che trattasse dei fatti di un cavaliere cotanto illustre. Con questa persuasione pertanto non disperò di trovare il fine di sì piacevole istoria; ed infatti, col favore del cielo, la scoperse poi nella maniera che si dirà nel capitolo seguente.
CAPITOLO IX
COME FINISSE LA MARAVIGLIOSA BATTAGLIA DEL PRODE BISCAINO COL VALOROSO MANCEGO.
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