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      I grandi sugheri fornivano larghe e leggiere scorze per coprire le abitazioni fabbricate sopra rustiche travi, unicamente per difenderle dalla inclemenza del cielo. Tutto in quel tempo era pace, tutto amicizia, tutto concordia; né ancora il pesante vomero del curvo aratro aveva ardito di aprire e investigare le viscere della prima nostra madre, perché senza essere forzata da chicchesia porgeva da ogni banda del fertile e spazioso suo seno quanto poteva nutrire, sostenere e dilettare i figli che allora la possedevano. Le vaghe e semplici pastorelle andavano scorrendo di valle in valle e di collina in collina coi capelli negletti, senza industriose trecce, senza più vesti di quelle necessarie a coprire ciò che in ogni tempo l'onestà comandò di celare. Non erano superfluamente adorni gli abiti come quelli dei nostri giorni che tinti vanno della porpora di Tiro, né usavasi della seta in tante guise martirizzata. Erano allora le vesti tessute semplicemente con alcune foglie di verdi rombici e di ellera; e di questo apparivano così pompose e composte, come oggidì le dame di corte con tutte le rare e peregrine invenzioni insegnate dalla oziosa curiosità. Allora gli amorosi concetti dell'anima appalesavansi con quella semplicità colla quale nascevano, né conoscevasi quel giro artifizioso di parole che li rende ora pericolosi, né si sapeva che cosa fosse la frode; e nella verità e nel candore non frammischiavasi la malizia o l'inganno. La giustizia esercitava i suoi diritti senza che osassero recarle offesa l'interesse o il favore, dai quali ai nostri giorni è contaminata e avvilita: e non conosceva la legge che cosa fosse arbitrio di giudici, perché non eravi allora materia di giudicare o di domandare sentenza.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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