CON ALTRI INASPETTATI AVVENIMENTI.
CANZONE DI GRISOSTOMO.
Poiché brami, o crudele, che si pubblichi di bocca in bocca e d'uno in altro paese l'eccesso del tuo acerbo rigore,
Farò che lo stesso inferno comunichi al triste mio petto un suon di dolore che muti l'accento ordinario della mia voce.
E pari al desiderio che ho di far manifesto il mio dolore e l'opere tue sarà l'accento della spaventevole mia voce, alla quale per maggior tormento seguiteranno anche i brani delle mie viscere.
Ascolta pertanto e presta attento orecchio al suono, non già armonioso, ma aspro, che dal fondo del triste petto, mosso da cupo disinganno si esala per mio giusto sollievo e per tua confusione.
Così il ruggir del leone, lo spaventoso ulular del lupo, il fischio terribile del serpente, l'orrendo grido di qualche mostro, l'auguroso gracchiar della cornacchia, il fracasso del vento che agita il mare, l'implacabile muggito del toro già vinto, il gemito lamentevole della vedova tortorella, il sinistro canto del gufo, e i tristi suoni di tutta la negra falange infernale,
Escano fuori con la dolente mia anima commisti fra loro in tal suono, che tutti i sentimenti ne rimangano confusi; poiché a fare manifesto l'affanno che strazia, è bisogno di insoliti modi.
A questi suoni così misti e confusi non faranno eco né le dorate sabbie del Tago, né gli uliveti del famoso Beti; bensì sulla cima delle alte roccie e dei profondi burroni si stenderanno i miei lamenti con morta lingua ma con vive parole;
Ovvero in oscure valli o per aride piaggie prive d'ogni umana conversazione, e dove il sole non mostrò mai la sua luce, o fra la velenosa moltitudine di fiere che vivono nelle sterminate pianure.
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Tago Beti
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