Il naturale mio intendimento mi persuade che amabile è tutto il bello, ma non trovo però che ne venga di conseguenza che l'oggetto amato debba amare chi l'ama; e tanto più che potrebbe accadere che l'amatore del bello fosse brutto, ond'è che toccando al brutto d'essere abborrito cade male in acconcio il dire: Ti amo perché sei bella, e tu devi amar me benché brutto. Ma posto anche il caso che dall'una all'altra parte v'abbia uguale bellezza, non è per questo ch'eguale debba essere in ambedue la inclinazione, perché tutte le bellezze non innamorano, e talune piacciano a vederle, ma non legano la volontà. Che se le bellezze tutte innamorassero e incatenassero, si troverebbero confuse e fuor di sentiero le volontà, non sapendo a quale specialmente applicarsi. Perché essendo innumerabili gli oggetti adorni di bellezza, infiniti sarebbero eziandio i desiderî; ed, a quanto ho inteso dire, il vero amore si concentra in un solo oggetto, e nasce da libera volontà, non da violenza. Ciò essendo (come io pure credo che sia), perché volete ch'io pieghi a forza la volontà mia per questo solo che voi dite d'amarmi? Rispondetemi. Se in luogo di crearmi bella m'avesse il cielo fatta nascere brutta, sarebb'egli stato giusto che io mi fossi doluta di voi che certamente non mi avreste amata? Oh quanto vi starebbe bene il considerare che io non mi sono fatta bella da per me stessa, e che qualunque siasi la bellezza mia, è il cielo che me l'ha data in dono, senza che io l'abbia o chiesta o voluta!
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