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      Potrei qui farti minuto racconto (se mi venisse un po' meno il dolore) di alcuni che unicamente pel valore del braccio salirono agli alti gradi che ti ho detto, benché siansi trovati e prima e poi in diverse afflizioni e miserie. Ti sia d'esempio il valoroso Amadigi di Gaula, che si vide in potere del suo mortale nemico Arcalao, l'incantatore, da cui si crede che mentre n'era prigione ricevesse, legato ad una colonna in un cortile, più di dugento frustate con le redini del suo cavallo. Avvi un anonimo accreditato non poco, il quale racconta che essendo preso il cavaliere di Febo, mediante un trabocchetto che si sprofondò sotto a' suoi piedi in un certo castello, trovossi nel cadere in una profonda buca sotterra con piè e mani legate, e quivi gli fu applicato un serviziale di acqua gelata con rena, che ne stette quasi per morire; e ciò sarebbe avvenuto se non fosse stato soccorso in tempo da un gran savio suo amico. Posso dunque ancor io, se tanto sofferse gente di sì gran merito, tollerare i torti che testé ci vennero fatti, mentre quelli da tali altri patiti furono molto più gravi. E devi sapere, o Sancio, che l'uomo non è punto disonorato, quando altri lo ferisce con istrumenti che vengono causalmente alle mani; come si può vedere nel codice dei duelli, dove con espresse parole sta scritto: che se il calzolaio colpisce un altro con la forma che tiene in mano benché sia di fatto ch'essa è di legno, non per questo si può dire che sia stato bastonato colui che ne rimase colpito.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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