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      Oh di quante provincie parlò egli mai! quante nazioni si fece a schierare, dando a ciascuno con mirabile celerità gli attributi lor proprii, tutto ebro e invasato da quanto avea letto nei menzogneri suoi libri! Sancio Pancia era attonito e sbalordito, né apriva mai bocca; solo voltavasi di quando in quando per vedere se comparivano i cavalieri e i giganti nominati dal suo padrone. E non vedendo nessuno, si volse a lui, e gli disse: - Maledetto quell'uomo, quel gigante, quel cavaliere che di quanti vossignoria ha nominati io vegga apparire: qua vi sarà forse qualche incantesimo come nella scorsa notte. - Che dici tu? rispose don Chisciotte; non odi il nitrir dei cavalli, lo squillare delle trombe, il batter dei tamburi? - Io non sento altro, rispose Sancio, se non che un gran belare di pecore e di montoni;" e ciò era vero, perché già si erano molto avvicinate le mandre. - La tema, disse don Chisciotte, t'ingombra per modo, che tu né odi, né vedi a dovere; e in verità che uno degli effetti della paura è quello di sconvolgere i sentimenti, e di presentare le cose diverse affatto da quello che or sono. Ora se sei così dappoco, ritirati, e lasciami solo, che io solo basto a rendere vittoriosa la parte da me protetta e assistita." E detto questo spronò Ronzinante, e colla lancia in resta, discese dalla collina come un fulmine. Sancio gridava: - Torni addietro la signoria vostra, signor don Chisciotte, che giuro a Dio ch'ella va ad investire tante pecore e tanti montoni: torni addietro, per la vita di mio padre, che pazzia fa ella mai?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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