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      ... Ma no, deh non andare in questo momento, che ho gran bisogno della tua assistenza e de' tuoi servigi. Accostati e vedi quanti mascellari mi mancano, che temo purtroppo di averli perduti tutti." Si appressò Sancio, e sì davvicino da mettergli quasi gli occhi in bocca: ma fu quello il momento in cui il balsamo fece la sua operazione nello stomaco di don Chisciotte, e mentre Sancio inchinavasi per guardargli in bocca cominciò a recere con tanta veemenza come se fosse uscita un'archibugiata e gittò nella barba del compassionevole suo scudiere quanto avea nello stomaco. - Madonna santa! esclamò Sancio; anche questa mi tocca? Ah questo infelice fu certamente ferito a morte, poiché vomita sangue per la bocca." Riflettendo poi meglio al sapore, al colore, e all'odore, conobbe che non era sangue, ma il balsamo del vasetto che gli avea veduto bere, e fu sì forte la nausea che il prese, che rivoltandosi a lui pure lo stomaco, vomitò le budella sopra il suo padrone, sicché amendue rimasero molto bene inaffiati. Corse Sancio al suo asino per trarre dalle bisacce con che ripulirsi e medicare il padrone; ma non ritrovandole più fu quasi per dare la volta al cervello. Tornò alle imprecazioni, e propose in cuor suo di abbandonare il padrone, e di ritornarsene al proprio paese, a costo di perdere il salario dovutogli per la servitù prestata, e la speranza del governo dell'isola promessa. Allora si rizzò don Chisciotte, e postasi la mano sinistra alla bocca, perché non gli uscisse il resto dei denti, prese coll'altra le redini di Ronzinante, che non erasi scostato un punto solo dal suo padrone (tanto era leale e costumato!


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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