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      - Pazienza! monta sul tuo asino, Sancio mio buono, e seguimi, ché Dio ci provvederà di ciò che ne abbisogna; e tanto più quantoché ora travagliamo per seguirlo degnamente, non mancando egli di dar cibo alle mosche dell'aria, né ai vermicelli della terra, né al minuto pesce delle acque; ed è sì pietoso che fa risplendere il sole tanto per i buoni quanto per i malvagi, e manda la pioggia per i giusti e per gli empii. - Vossignoria, disse Sancio, sarebbe meglio riuscito a far il predicatore che il cavaliere errante. - Seppero, rispose don Chisciotte, e debbono sapere di tutto gli erranti cavalieri; e qualcuno di loro nei secoli scorsi fermavasi a predicare in mezzo ad un campo reale, come s'egli fosse stato fatto dottore nella università di Parigi, la lancia giammai fu avversa alla penna, né la penna alla lancia. - Sia pur come dice vossignoria, rispose Sancio, ma partiamo ora di qua, e procuriamo di trovar un alloggio per questa notte, e piaccia a Dio che sia dove non si abbiano copertoi, né sbalzatori, né fantasime, né Mori incantati; che se vi sono io mando ogni cosa al diavolo e alla befana. - Raccomandati al Signore, figliuol mio, disse don Chisciotte, e drizza il cammino ove più ti piace, che per questa volta lascio a te lo scegliere l'alloggio a tuo modo; ma dammi la mano e tasta col dito, e guarda bene quanti denti e quanti mascellari mi mancano da questa banda diritta della guancia superiore, che qua sento dolermi." Vi pose Sancio le dita, e dopo tastato, disse: - Quanti mascellari solea tenere da questa banda vossignoria?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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