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      - Che parli tu di scendere o di riposare? disse don Chisciotte. Son io forse di que' cavalieri che cercano riposo prima di affrontare i pericoli? Dormi tu, che sei nato per dormire, o fa quello che ti piace, ch'io mi applicherò a quanto esige la circostanza in cui mi ritrovo. - Non si adiri per questo vossignoria, rispose Sancio, che io non ho parlato a tal fine." Ed accostandosi a lui pose una mano sull'arcione dinanzi e l'altra sul posteriore per modo che abbracciò la coscia sinistra del suo padrone, senza osare di staccarsi un puntino da lui; e ciò fece per lo spavento da cui fu colto udendo nuovo strepito con nuovo alternar di percosse. Don Chisciotte gli disse che raccontasse qualche novella per trattenerlo secondo la sua promessa; e Sancio rispose che fatto l'avrebbe se glielo permettesse la paura di quello che sentiva. - Contuttociò, soggiunse, mi sforzerò a contare una storia, che se potrò dirla, e me la lasciano dire, sarà trovata la più bella del mondo. Stiami attento vossignoria, e do principio.
      Era ciò ch'era, il bene non viene per tutti e il male per chi ne va in cerca; ed avverta vossignoria che gli antichi non principiavano le loro favole all'impazzata, ma fu una sentenza di Caton Zonzorino romano, che dice: E venga il malanno a chi se lo va a buscare, che qui torna a proposito come anello al dito, e tanto più a proposito quantoché vossignoria dovrebbe star qui fermo e non andar in cerca di guai; anzi piuttosto mutiamo strada, da che nessuno ci obbliga a seguire questa ch'è piena di tanti spauracchi.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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