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      Siccome don Chisciotte avea sì perfetto il senso dell'odorato come quello dell'udito, e Sancio gli era sì vicino e tanto immedesimato che quasi per la linea retta salivano in su i vapori, non poté impedire che questi non gli entrassero per le narici; si affrettò di turarle bene con due dita, e parlando così nel naso, disse: - Parmi, Sancio, che tu abbia gran paura. - Per l'appunto, diss'egli; ma donde arguisce vossisignoria ch'io tema più adesso che prima? - Perché adesso più che prima mandi un odore che non è d'ambra, rispose don Chisciotte. - Così può ben essere, replicò Sancio; ma non è mia la colpa, bensì della signoria vostra che mi fa seguitarla in ore insolite e per queste strade deserte. - Tirati in là tre o quattro passi, amico, (disse don Chisciotte senza levar le dita dal naso) e da qui innanzi ricordati di quel rispetto ch'è dovuto alla mia persona, né la molta domestichezza trapassi in noncuranza. - Scommetterei, disse Sancio, che vossignoria crede ch'io abbia fatto qualche cosa fuor del dovere. - Meglio sarà non rimescolare questa faccenda, rispose don Chisciotte.
      In questi somiglianti ragionamenti, padrone e scudiere passarono la notte; ma vedendo Sancio che il giorno si avvicinava, cheto cheto slegò Ronzinante e si allacciò di nuovo i calzoni. Quando Ronzinante si trovò sciolto, benché di natura non punto furioso, parve che si risvegliasse, e cominciò a battere i piedi, che di corvette (con buona pace) non ne sapeva far troppe. Vedendo don Chisciotte che Ronzinante si moveva, l'ebbe per buon augurio e come un segnale di doversi accingere alla pericolosa avventura.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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