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      Non so poi quello che loro soglion donare dopo averli bastonati; ma potrebbe essere che i cavalieri erranti compensassero le bastonate col donativo d'isole o regni nella terraferma. - Potrebbe accadere, disse don Chisciotte, che quanto dici venisse ad esser vero: perdono il passato, poiché sei ragionevole, e non ignori che l'uomo non è padrone d'infrenare i primi suoi impeti; sta per altro avvertito da qui in avanti di una cosa, ed è di astenerti da far meco molte parole, poiché in quanti libri di cavalleria ho letti, e sono infiniti, non ho trovato che alcuno scudiere ciarlasse tanto col suo padrone quanto tu: e in verità che questo non pure è tuo, ma anche mio mancamento: tuo, perché mostri di far di me poca stima; mio, perché non mi faccio stimare come dovrei. Gandalino, scudiere di Amadigi di Gaula, perché non era ciarlone, diventò conte d'Isola-ferma, e leggesi di lui che parlava sempre col suo padrone tenendo il cappello in mano, col capo chino e col corpo piegato (more turchesco). Non ti parlerò di Gasabal, scudiere di don Galaorre, sì taciturno, che per farci comprendere l'eccellenza del suo meraviglioso silenzio una volta sola si fa menzione del suo nome in tutta quella tanto grande quanto vera istoria. Da ciò poi tu devi inferire, o Sancio, ch'uopo è conoscere la differenza che passa tra padrone e servitore, tra signore e suddito, tra cavaliere e scudiere; e d'ora innanzi dobbiamo reciprocamente trattarci con più rispetto senza pigliarne collera, perché in qualunque modo io mi adiri con te, ci andresti a perdere; la mercede ed i benefizi che ti ho promesso li avrai a suo tempo; e se non li conseguissi mai, per lo meno non perderai il salario, siccome ti ho significato.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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