Pagina (198/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E la ragione di questo sì è che, viste tante prodezze da quel signore a cui servigio ci fossimo applicati, ci darebbe egli una remunerazione conforme ai meriti di ognuno di noi, allora non mancherebbe chi scrivesse le imprese della signoria vostra a perpetua memoria, nulla dicendo delle mie, perché ecceder non debbano i confini scudiereschi; benché so dire che se si usasse di scrivere nella cavalleria imprese di scudieri, tengo per fermo che non resterebbero senza onore anche le mie. - Non dici male, rispose don Chisciotte, ma prima di venire a questo termine, è necessario di andare pel mondo e meritarsi celebrità, cercando avventure, conducendone talune a glorioso fine, cogliendo quella fama e riputazione che si otterrebbe nel servigio di qualche gran monarca, e diventando cavaliere sì noto che appena i ragazzi lo abbiano veduto entrare per la porta della città, tutti lo seguitino e se gli aggirino d'intorno, gridando: Questi è il cavaliere del Sole o della Serpe, o di qualche altra insegna, sotto la quale egli abbia compiute grandi imprese: Questi è, dicono, quel cavaliere che vinse in singolar tenzone il gigantaccio Brocabruno di estrema forza; questi è colui che ha disfatto al gran Mamalucco di Persia il lungo incantamento in cui giacque per quasi novecentanni e così di mano in mano vadano celebrando le imprese mie. Il frastuono dei ragazzi e del popolo chiamerà alla finestra del real suo palagio il re di quel suo regno, ed egli, come vegga il cavaliere, conoscendolo alle arme od alla insegna posta sullo scudo, sarà forzato a dire: Su via, i cavalieri tutti che stanno nella mia corte vadano ad incontrare il fiore di ogni cavalleria che si appressa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Chisciotte Sole Serpe Brocabruno Mamalucco Persia