- Tu m'hai l'aria d'uomo d'ingegno, disse don Chisciotte. - E disgraziato, soggiunse Gines: perché le sventure perseguitano sempre gli ingegni. - Perseguitano i furfanti, soggiunse il commissario. - Le ripeto signor commissario, riprese Passamonte, ch'ella tenga più la lingua a sé, perché non le fu dato questo comando affine ch'ella maltrattasse noi poveretti, pensi per guidarci e condurci dove sua maestà comanda; che se no corpo di... Ma basta; potrebbe venire un giorno in cui le macchie, come suol dirsi, andassero al bucato: però ognuno stia cheto, viva bene, parli con giudizio, e andiamo al nostro viaggio che la cosa comincia a putire." Il commissario alzò il bastone per battere Passamonte in risposta delle sue minaccie; ma don Chisciotte si frammise, pregando che nol maltrattasse, perché era piuttosto da ammirare che un uomo con le mani legate a quel modo tenesse sciolta sì bene la lingua; e volgendosi a tutti gli incatenati disse: - Da quanto mi avete fatto sapere, fratelli carissimi, sono venuto a conoscere chiaramente che quantunque vi abbiano castigati per le vostre colpe, voi però non andate volentieri a soffrire il castigo, anzi di molto mal animo e contro il vostro deciso volere; e forse è vero altresì che l'uno per essersi perduto di animo nella torture, l'altro per non avere avuto danaro, e quale per poco favore, quale per poco senno dei giudici, a tutti insomma per non aver potuto far valere le vostre ragioni siete ora condotti a patire contro giustizia. Tutto ciò mi si affaccia in modo che mi dice, mi persuade e mi sforza a mostrarvi il fine per cui il cielo mi ha messo al mondo, e mi fece professare l'ordine di cavalleria che esercito, ed il voto che ho fatto di soccorrere i bisognosi e di sollevare gli oppressi contro i prepotenti.
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