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      Ma perché la prudenza insegna di non adoperare la forza dove le buone maniere potrebbero conseguire lo stesso effetto, voglio prima pregare queste signore guardie e il signor commissario che si compiacciano di sciogliervi da quei ceppi e lasciarvi andare alla buona ventura, che non mancherà al re di trovare chi lo serve in migliori occasioni, sembrandomi assai mal fatto porre in ischiavitù quelli che furono fatti liberi da Dio e dalla natura." Volto poscia alle guardie, proseguì di tal guisa: - Si aggiunge, signore guardie, che nulla hanno commesso queste povere genti contro voi; lasciate dunque che ciascuno se ne vada col suo peccato, che Dio nel cielo non obblia né la punizione dei delinquenti né il premio dei buoni; né conviene che gli onesti uomini si facciano carnefici degli altri uomini dai quali non ricevettero verun danno. Vi comando dunque mansuetamente e con quiete che a ciò vi risolviate, perché facendolo ve ne sarò grato: ma in caso diverso vi costringeranno a farlo per forza questa lancia e questa spada mercé il valore del mio braccio.
      - Vossignoria, disse il commissario, mi riesce molto più grazioso che non credevo! Vuol ella che lasciamo andar liberi i forzati del re, come se ci trovassimo autorizzati a farlo da noi, od ella potesse comandarcelo? Vada la signoria vostra in buon'ora per la sua strada, e si raddrizzi il bacino che ha sulla testa, né stia cercando il quinto piede nel gatto.
      - Tu sei il gatto, il sorcio e il furfante, rispose don Chisciotte; e, detto fatto, lo investì con tanta furia e celerità che senza potersi porre in difesa, lo fece cadere in terra malferito con un colpo di lancia.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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