Io gradii quella buona intenzione, sembrandomi ch'egli parlasse ragionevolmente, e sperando che sarebbe di leggeri andato lo stesso mio padre a fargliene la proposizione.
Volai infatti al genitore per dirgli ciò ch'io desiderava; ed all'entrare nella stanza lo trovai che avea una lettera aperta in mano, la quale mi diede prima ch'io gli facessi parola alcuna e mi disse: - Conoscerai, Cardenio, da questa lettera il desiderio che nutre il duca Riccardo d'impartirti molto favore. - Questo duca Riccardo, come dovete sapere voi altri signori, è un grande di Spagna che tiene il suo Stato nel sito più florido dell'Andalusia. Presi e lessi la lettera; era scritta con sì grande istanza ch'io stesso avrei giudicato sconveniente che mio padre rifiutasse di eseguire quello di cui era richiesto: e diceva che mi trovassi di subito dove egli trovavasi, perché bramava che fossi compagno (e non servo) del suo primogenito; e che toglieva sopra di sé di pormi in condizione corrispondente alla stima che mi professava. Ammutolii nel leggere quella carta, e più ancora quando intesi dirmi da mio padre: - Di qui a due giorni partirai, Cardenio, al servigio del duca, e ringrazia Iddio che ti va aprendo la strada per giungere al grado che meriti, ed a queste parole aggiunse altri consigli dettati da paterna affezione. Arrivò il tempo di mia partenza; parlai una notte con Lucinda; le feci sapere l'avvenuto, rendendone informato anche suo padre, e supplicandolo che non accasasse sua figlia finché io non avessi veduto quello che Riccardo di me disponeva.
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