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      Non la risparmiano a Domeneddio! - Santa Maria! sclamò don Chisciotte, quanti spropositi vai masticando! e come entrano, Sancio mio, con l'argomento in questione queste tue filastrocche? Deh, non cercar malanni, taci, e quind'innanzi attendi ad assettare il tuo asino, né impicciarti in cose che non ti appartengono. Ora ascolta bene con tutti i cinque sentimenti del tuo corpo: sappi che quanto ho fatto, sto facendo, e sarò per fare, è concorde perfettamente colla ragione, ed è uniforme in tutto, alle regole della cavalleria, le quali io conosco meglio di quanti cavalieri la professano sulla terra. - Dica, di grazia signore, rispose Sancio: sta egli nelle regole della cavalleria che ci andiamo a perdere fra queste montagne senza guida o strada sicura, cercando di un pazzo che, quando lo avremo ritrovato, si metterà forse in testa di compiere l'opera cominciata, non intendo della sua istoria, ma della testa di vossignoria e delle mie costole, rompendomele tutte quante? - Taci, te lo ripeto ancora, o Sancio, disse don Chisciotte; perché dei sapere che mi porta in questi luoghi non tanto il desiderio di trovare il pazzo, quanto quello di compiere un'impresa che renda immortale il mio nome per tutto il mondo: e sarà tale da farmi pervenire a quell'apice di perfezione cui possa aspirare il più segnalato cavalier errante. - È pericolosa molto questa sua impresa? domandò Sancio Pancia. - No, rispose il cavaliere della Trista Figura: sebbene la sorte potrebbe poi far sì che noi tentassimo una cosa e ne riuscisse un'altra opposta: ma tutto può dipendere dalla tua diligenza.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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