- Dalla mia diligenza? disse Sancio. - Sì, ripigliò don Chisciotte, perché se sollecito sei a tornare di là dove penso inviarti, terminerà presto la pena mia e presto comincierà la mia gloria. E perché non è ben fatto ch'io ti tenga più a lungo in curiosità, senza sapere ove mirino le mie determinazioni, bramo, o Sancio, che tu sappia che il famoso Amadigi di Gaula fu uno dei più perfetti cavalieri erranti; ma errai dicendo che fu uno, fu il solo, il primo, l'unico, il signore di quanti vissero al suo tempo nel mondo: e malanno e mal mese abbiano don Belianigi, e quanti hanno detto ch'egli lo uguagliò in qualche cosa, perché s'ingannano a partito e lo giuro. Aggiungo poi che quando un pittore vuol meritarsi celebrità nell'arte sua, egli procura d'imitare gli originali degli altri pittori che portano il vanto dell'eccellenza; e la stessa regola vale per tutti gli offici o esercizi che servono di ornamento alle repubbliche: così ha da fare e fa chi aspira ad acquistar riputazione di tollerante e prudente, imitando Ulisse nella cui persona e ne' cui travagli Omero ci offre un vivo ritratto di prudenza e di tolleranza, allo stesso modo che Virgilio nella persona di Enea ci mostra il valore di un figlio pietoso e la sagacità di un valoroso ed accorto capitano. Questi eroi vennero a noi dipinti quali non furono veramente, ma quali avrebbero dovuto essere per tramandare ai posteri un esempio delle loro virtù: e per tal modo Amadigi fu il nord, la stella, il sole dei valorosi ed innamorati cavalieri; e lui dobbiamo con gran diligenza imitare noi tutti quanti militiamo sotto le bandiere di Amore e della cavalleria.
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