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      In verità, signor cavaliere dalla Trista Figura, che se sono certe la mia partenza e la pazzia di vossignoria, sarebbe cosa ben fatta metter di nuovo la sella a Ronzinante, perché supplisse alla mancanza del mio leardo; e così io affretterei la mia partenza e il ritorno. Se debbo viaggiare a piedi non so quando potrò arrivare, né quando ritornerò; poiché, a dir vero, io sono un cattivo camminatore. - Sia come si voglia, disse don Chisciotte, non mi dispiace, o Sancio, di approvare il tuo consiglio, e soggiungo che partirai di qui a tre giorni: perché intanto potrai essere testimonio di tutto quello ch'io farò e dirò rispetto alla mia diva, alla quale ne darai un'esatta relazione. - E che più mi resta a vedere, disse Sancio, oltre a ciò che ho veduto? - Questo è appena il principio, rispose don Chisciotte, ed ora vedrai quello che mi resta a fare: lacererò i miei vestiti, disperderò l'arme qua e là, batterò la testa per questi massi, con altre simili cose che ti faranno trasecolare. - Per amore di Dio, disse Sancio, guardi bene la signoria vostra quello che fa nel dare la testa tra questi massi, perché potrebbe essere che ella urtasse in tal masso e in tal punto, che con la prima botta finisse la macchina di questa sua penitenza. Io sarei piuttosto di parere che se vossignoria giudica indispensabile il dare della testa per queste pietre, e senza di ciò non sarebbe compiuta la sua opera, si contentasse, (poiché tutto è finzione e cosa contraffatta e da burla) si contentasse, ripeto, di batterla nell'acqua od in altra cosa morbida come la bambagia, e lasciasse a me il carico di far sapere alla sua signora che vossignoria la batteva nella punta di un sasso più duro di un diamante.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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