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      Mentre egli andava cercando avventure per aspre roccie maledicendo un cuore più aspro di quelle, senza trovare fra i rischi e balze altro mai che infortunii, lo sferzò Amore tanto aspramente che don Chisciotte qui pianse la lontananza da Dulcinea del Toboso!"
      Produsse non poche risate in quelli che trovarono i versi riferiti l'aggiunta del Toboso al nome di Dulcinea, perché si figurarono che don Chisciotte si fosse immaginato che nominando Dulcinea e omettendo il Toboso non sarebbesi intesa a dovere quella canzone: e mal non si apposero, poiché lo confessò egli stesso di poi. Occupavasi egli nel sospirare e nel chiamare i fauni e i silvani di quei boschi, e le ninfe delle fonti, e la dolorosa ed umida Eco che gli rispondessero, lo ascoltassero e dessero a lui conforto. Andava cercando erbe per sostentarsi nella lontananza di Sancio, il quale, se come stette tre giorni avesse tardato tre settimane, il cavaliere dalla Trista Figura sarebbe rimasto sì sfigurato che non lo avrebbe riconosciuto sua madre. Ma sarà ora cosa opportuna di lasciarlo occupato nei suoi pensieri e nelle sue poesie per passare al racconto di ciò che avvenne a Sancio Pancia nella sua ambasceria.
      Giunto che egli fu alla strada maestra si pose in camino verso il Toboso, e il giorno dopo pervenne all'osteria dove gli era accaduta la disgrazia della coperta. Non n'ebbe egli appena scorta la insegna che, sembrandogli di vedersi un'altra volta sbalzato per aria, non volle entrare, benché già fosse l'ora del pranzo, a confortarsi con qualche vivanda calda, mentre era già buona pezza che non ne avea mangiato se non di fredde.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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