Pagina (273/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Non avrà detto tramenata, ma sovrumana o sovrana signora.
      - Oh appunto così, disse Sancio. Ora se male non mi sovviene, proseguiva... se male non mi sovviene... non mi sovviene... il piagato è privo di sonno ed il ferito bacia le mani a vossignoria ingrata e sconoscente bella: e non so che dicesse di sanità o d'infermità che le mandava; e andava discorrendo così all'incirca finché terminava: vostro fino alla morte il cavaliere dalla Trista Figura." Si godettero assai di avere una prova della buona memoria di Sancio, e ne lodarono, pregandolo che recitasse la lettera altre due volte per impararla a mente eglino stessi, e poi scriverla in una carta a miglior agio. Tornò Sancio a ridirla tre volte, e replicò altrettante volte tremila bestialità facendo sapere in aggiunta le cose del suo padrone, ma tacendo sempre l'avventura della coperta occorsagli appunto in quella osteria nella quale perciò non fu possibile indurlo ad entrare. Disse di più che allora quando il suo padrone ricevuto avesse riscontri favorevoli dalla sua signora Dulcinea del Toboso si sarebbe messo in viaggio per tentare di essere imperadore, o per lo meno monarca: ciò che aveano concertato insieme con lui, ed era molto facile a verificarsi per essere sì sterminato il valore della sua persona e la forza del suo braccio: che ciò accadendo, volea dargli moglie, perché già a quel momento sarebbe rimasto vedovo (ché altrimenti ciò non poteva essere), ed avea stabilito dargli in consorte una donzella della imperatrice, erede di un vasto e dovizioso stato di Terraferma senza isole né isolotti di cui non si curava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Sancio Trista Figura Sancio Sancio Dulcinea Toboso Terraferma Disse