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      Entrammo in quella notte nel più folto di questi boschi col timore di essere sopraggiunti: ma un male chiama l'altro, come suol dirsi, ed il termine di una disgrazia spesso è principio di un'altra maggiore: e così a me successe; poiché il servitore ch'erasi fino allora conservato fedele e sicuro, quando mi vide in queste solitudini dove nessuno avrebbe potuto aiutarmi da lui, non si vergognò di tenermi tali parole delle quali fremo ancora e arrossisco. Il giusto cielo mi diede vigore per sostenere contro le sue vili impertinenze le mie giuste intenzioni; e quando egli mi si avvicinò risoluto di essere violento, poiché le finte preghiere non gli erano valse, con poca fatica e con lievi forze io lo feci cadere in un precipizio dove lo lasciai non so se morto o vivo; poi, con quella prestezza che una subita paura suol infondere, m'internai tra queste balze senz'altro pensiero o disegno che di ascondermi e di fuggire da mio padre e dalle mani di coloro che vanno cercandomi per comando di lui. Corrono non so quanti mesi da che vi sono, e qui trovai un custode di armenti che mi prese al suo servizio in un villaggio posto nel cuore di queste montagne, cui ho servito come bifolco durante questo tempo, procurando di starmene sempre tra i campi per celare questi capelli, che ora senza pensarlo mi hanno scoperta rendendo vana ogni industria ed ogni premura mia anche verso il mio nuovo padrone.
      Avvedutosi anche costui che io non era uomo, diede ricetto nel suo cuore a quella stessa malvagia intenzione da cui era colto il mio primo servo: e non potendo liberarmi anche da lui come da quello, ho creduto in fine più savio partito celarmi di nuovo fra questi massi, e tornai ad inselvarmi ed a cercare senza opposizione di chicchessia di poter invocare con sospiri e con lagrime il soccorso del cielo alle mie disavventure affinché mi concedesse mezzo e favore onde sottrarmene.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298