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      - Parmi, soggiuns'ella, che vossignoria si inganni perché non sono ancora due anni da che me ne sono partita, e ad onta che non abbia avuto la sorte di navigare con prospero vento, pur sono giunta a vedere ciò cui miravano le ardenti mie brame, il signor don Chisciotte della Mancia, le cui gesta maravigliose mi si resero note subito che ebbi posto il piede in Ispagna; e furono esse che m'indussero a farne ricerca per mettermi sotto le ali della sua protezione affidando la giustizia della causa al suo braccio invincibile.
      - Basta, basta, cessino le mie lodi, disse a tal punto don Chisciotte, giacché son nemico dichiarato di ogni adulazione: e sebbene in questo vossignoria non mi aduli, nondimeno restano offesi i miei orecchi da somiglianti discorsi. Ciò di che posso assicurarvi, signora mia, si è che ad ogni costo io mi adoprerò a favorir la vostra causa, se anche ne andasse la vita; ma riservando ciò a miglior tempo, prego il signor curato che mi faccia sapere la cagione che a queste parti il condusse così solo, senza servitore, e con vestiti sì leggeri che al vederli io ne spasimo.
      - Risponderò brevemente, disse il curato, perché saprà la signoria vostra, signor don Chisciotte, ch'io e maestro Niccolò, nostro amico e barbiere, che ce ne andavamo a Siviglia a riscuotere certo danaro mandatomi da un tal mio parente che da molti anni passò nelle Indie, e non erano meno di sessantamila pezzi duri, né sono bagattelle: ora sappia che passato ieri per questi luoghi quattro assassini ci assalirono spogliandoci di ogni cosa e perfino delle barbe, e ce le strapparono in modo che convenne metterne al barbiere una posticcia, e conciarono assai male anche questo giovinotto (ed accennò Cardenio) che qua vedete; ed il peggio si è che corre voce in questi dintorni, che quelli che ci assalirono furono galeotti, i quali quasi in questo medesimo sito furono liberati per opera di un uomo sommamente valoroso che li ha sciolti in onta al commissario ed alle guardie che li custodivano.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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