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      Costui dovea certamente esser uomo privo di senno, o qualche furfante come loro, o una persona senz'anima e senza coscienza, poiché volle mettere il lupo nell'ovile, la volpe fra le galline, la mosca nel mele; e così frodare la giustizia, opporsi al re suo signore naturale, facendo fronte ai suoi giusti comandi, privare le galere delle braccia occorrenti, rimettere in movimento la Santa Ermandada, che da molto tempo se ne stava in riposo, e commettere in fine un'azione che tornerà a danno dell'anima sua ed a grave pregiudizio della sua persona."
      Avea Sancio fatta sapere al curato ed al barbiere l'avventura dei galeotti condotta a fine dal suo padrone con tanta gloria, e per questo andava il curato ripetendola con tratti ben forti per vedere ciò che ne facesse o dicesse don Chisciotte, il quale cangiavasi di colore ad ogni parola, né osava dire ch'egli era stato il liberatore di quella buona gente.
      - Questi, conchiuse il curato, furono quelli che ci hanno assassinato; ma Dio perdoni a colui ch'è stato causa che non fossero strascinati al meritato supplizio."
     
     
      CAPITOLO XXX
     
      DELL'ARTIFIZIO USATO DALLA BELLA DOROTEA CON ALTRE COSE PIACEVOLI E DI TRATTENIMENTO.
     
      Le parole del curato non erano ancora finite, che Sancio disse: - Vi protesto da galantuomo, signor curato, ch'è stato il mio padrone che ha fatta questa bella prodezza, né mi giovò punto di dirgli e di ripetergli che badasse a quello che faceva, e che era peccato di dare la libertà ai galeotti, perché erano tutti condannati come grandissimi bricconi.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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