- Dovete dire don Chisciotte, signora, soggiunse a questo punto Sancio Pancia, o con altro nome il cavaliere dalla Trista Figura. - Questo è vero, ripigliò Dorotea: e disse anche di più, che dovea essere di alta corporatura, secco nel viso, e che dal lato destro sotto all'omero manco, e quivi accanto, aver dovea un neo bigio con certi peli a guisa di setole." Don Chisciotte ciò udendo disse al suo scudiere: - Vien qua figliuolo Sancio, assistimi a spogliarmi, che voglio vedere se il cavaliere sono io da quel savio re profetizzato. - E perché vuole spogliarsi vossignoria? disse Dorotea. - Per vedere se ho cotesto neo ricordato da vostro padre, rispose don Chisciotte. - Non serve che vossignoria si spogli, disse Sancio, ch'io so benissimo ch'ella ne ha uno di questa fatta in mezzo al filo della schiena, ch'è segno di essere uomo forte. - Ciò basta, disse Dorotea; perché cogli amici non si deve cercare il pelo nell'uovo, e trovisi nell'omero o sulla spina poco importa: basta che il neo vi sia, e sia poi ove si vuole che tutto è una medesima carne. Il mio buon genitore senza dubbio colse nel segno appuntino, ed io non vado errata nel raccomandarmi al signor don Chisciotte, essendo l'uomo predetto dal padre mio, perché i segnali del viso vengono accompagnati dalla celebrità che vanta questo cavaliere non pure in Ispagna, ma eziandio per tutta la Mancia; perché appenasbarcata in Ossuna intesi a parlare di tante sue prodezze che il cuore m'indovinò lui essere quel desso ch'io andava cercando.
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