Quanto poi a Diego Garzia di Parades egli fu un cavaliere dei principali della città di Trusciglio nella Estremadura, guerriero valorosissimo e dotato dalla natura di tanta forza che fermava con un sol dito la ruota di un mulino nella sua maggiore furia; e postosi con uno spadone in mano all'ingresso di un ponte impedì ad un esercito innumerabile l'andare innanzi, e fece in oltre tali altre prodezze, che se in vece di scriverle egli stesso colla modestia di chi parla di sé, altri le avesse scritte senza verun riguardo e da uomo disappassionato, avrebbero oscurato quelle degli Ettori, degli Agilli e dei Rolandi. - Oh ella è pur bella, disse l'oste, e voi fate le maraviglie perché fu ritenuta una macina da mulino col dito? Legga, per Bacco, la signoria vostra ciò che ho letto io medesimo di Felice Marte d'Ircania, che con un solo manrovescio tagliò per mezzo cinque giganti, come se fossero stati di ricotta, o come tanti di quei fratini che fanno i ragazzi di baccelli o di fave fresche. Un'altra volta assalì un grandissimo e poderosissimo esercito, composto di un milione e seicentomila soldati, armati tutti da capo a piedi, e li sbaragliò, e li fece fuggire tutti come tante mandre di pecore. E dove lasciamo noi il buon don Cirongilio di Tracia? Fu sì animoso e valente che navigando, come leggesi nel libro della sua istoria, per un fiume, ed essendo uscito dall'acqua un drago di fuoco, nol vide egli appena che gli saltò in groppa, e gli strinse con ambedue le mani la gola per modo che sentendosi il drago in procinto di essere strozzato, non trovò altro scampo che piombare al fondo del fiume strascinando seco il cavaliere che non per questo si volle staccare da lui: e quando poi furono abbasso egli si trovò in un palazzo e in un giardino sì vago ch'era maravigliosa cosa a vederli; ed ivi il drago si trasformò in un vecchio decrepito, da cui tali e tante cose gli furono dette che non si potrebbero sentire di più. Deh non si opponga vossignoria, ché se ella leggesse queste imprese impazzirebbe per lo piacere; e venga il canchero al gran Capitano e al signor don Diego Garzia.
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